
Organizzata una cerimonia sul luogo del delitto a largo Canale
MONREALE, 5 maggio – Questa mattina, a Monreale, si è svolta la cerimonia commemorativa per il 45esimo anniversario dell'uccisione del capitano dei carabinieri Emanuele Basile
Era la notte del 4 maggio 1980, giornata di festa a Monreale per la ricorrenza del Santissimo Crocifisso e il capitano stava tornando a casa con la moglie e la figlioletta in braccio, dopo aver assistito ai festeggiamenti cittadini. A pochi passi dalla caserma, i sicari di “Cosa Nostra” gli tesero un vile agguato nel quale l’ufficiale perse la vita.
La commemorazione si è svolta questa mattina alla presenza del Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”, il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Truglio, dei familiari del decorato (tra i quali, il Generale di Brigata dell'Esercito Italiano Domenico Basile, ora in quiescenza, fratello del caduto e la nipote, Emanuela Basile ) del Prefetto di Palermo, Massimo Mariani, dei vertici dell'Autorità Giudiziaria giudicante e inquirente, del Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Generale di Divisione Giuseppe Spina, del sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Palermo, Generale di Brigata Luciano Magrini, del presidente del Consiglio comunale, Marco Intravaia e di numerose altre autorità civili, militari e religiose.
Alle 10.30, in via Pietro Novelli, il luogo del delitto, il generale Truglio, il Prefetto, i familiari del caduto, il sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale di Monreale, hanno deposto due corone di alloro dinanzi alla targa commemorativa.
Questo gesto semplice ma profondamente evocativo, ripetuto di anno in anno, testimonia la gratitudine che la cittadinanza e le Istituzioni nutrono nei confronti del Capitano Basile.
Toccante il momento di preghiera celebrato da monsignor Gualtiero Isacchi, arcivescovo di Monreale, che ha unito tutti i presenti nel ricordo dell'eroe.
Alla cerimonia ha assistito una rappresentanza di studenti delle scuole primarie e secondarie, “Francesca Morvillo”, “Veneziano Novelli” e “Guglielmo Secondo”, che ha letto dei brevi pensieri e la cui partecipazione, ha sottolineato l'importanza di tramandare la memoria di figure come il Capitano Basile alle nuove generazioni, affinché il loro esempio possa continuare a ispirare valori quali, il coraggio, la dedizione, l'onore e il servizio alla Patria, incarnati dall'eroico Ufficiale.
Infine, nel Duomo di Monreale, l'arcivescovo, in suffragio dell’ufficiale, ha officiato una Santa Messa, animata dalle voci della corale Fidelis dell'Associazione Nazionale Carabinieri – Ispettorato Sicilia e dalle note della Fanfara del 12° Reggimento Carabinieri Sicilia.
Il Generale Truglio, nel suo intervento al termine della celebrazione eucaristica, si è rivolto ai tanti giovani presenti esortandoli a non restare indifferenti ea ispirarsi all'eredità morale lasciata dal Capitano Basile, che ha offerto la propria vita in nome di un ideale più grande: difendere la legalità e il diritto di ogni cittadino di vivere libero, lontano dalla paura e dall'oppressione mafiosa.
“Il modo più bello per ricordare il capitano Basile – ha aggiunto il sindaco Alberto Arcidiacono – è menzionando il lavoro che stanno svolgendo in modo incessante i carabinieri. Assicurare i delinquenti alla giustizia ci consentirà di poter riaprire gli occhi dopo questa immane tragedia. L’impegno che stanno profondendo riflette i valori incarnati da un uomo, il capitano Basile, che ha sacrificato la propria vita in cambio del profumo della libertà. Nonostante lo stato d’animo distrutto non si poteva rimanere in silenzio dinnanzi ad un valoroso servitore dello Stato, silenzio al quale Monreale invece non è stata risparmiata da una parte delle istituzioni”.
“Sono trascorsi 45 anni dall’assassinio del Capitano Emanuele Basile per mano della mafia – ha concluso il presidente del Consiglio comunale e deputato regionale, Marco Intravaia – mentre erano in corso i festeggiamenti del Santissimo Crocifisso. Monreale non ha mai dimenticato, e non dimentica, il suo sacrificio. Lo scorso 27 aprile, in un sabato che preparava la festa, questa ferita si è riaperta per la città e la violenza cieca si è portata via tre giovani concittadini. Oggi più che mai abbiamo bisogno dell’esempio, dell’alto senso dello Stato e del coraggio del Capitano, che era consapevole dei rischi che correva ma non indietreggiò davanti alla minaccia della criminalità organizzata. Questa mattina, Monreale ha rinnovato l’omaggio alla sua memoria, abbiamo deposto una corona di alloro davanti alla lapide che ricorda il punto in cui è caduto, sul corso principale, insieme al Comandante Interregionale dei Carabinieri Generale Giovanni Truglio, al prefetto di Palermo Massimo Mariani, ai vertici delle Forze dell’Ordine e della magistratura della provincia di Palermo e ai familiari del Capitano. Particolarmente significativa la presenza di tanti studenti, perché è proprio a loro, ai ragazzi, che dobbiamo trasmettere l’eredità che il Capitano ci ha lasciato”.
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