Passa in consiglio comunale l'aumento dei gettoni di presenza: è polemica

L'amministrazione: “Una presa d'atto che evita futuri contenziosi”. La replica: “Un aumento dei costi della politica”

MONREALE, 12 luglio – Quantificare la reale consistenza dell'esborso per le casse comunali, ad oggi, risulta difficile e si correrebbe il rischio concreto di sparare numeri in aria. Quel che invece è inoppugnabile è che il Consiglio comunale, nella seduta di ieri, ha deliberato l'adeguamento ad una legge regionale del 2015, per effetto della quale aumenteranno i gettoni di presenza relativi alle sedute consiliari e delle commissioni. Per non girarci attorno: è certamente un aumento dei cosiddetti “costi della politica”.

Il via libera è arrivato ieri, quando l'aula con 14 sì, ha mostrato disco verde alla proposta deliberativa posta all'ordine del giorno. Una proposta, così come ha assicurato il presidente dell'assise Marco Intravaia, supportato dal segretario generale, Domenica Ficano del cui congedo diamo conto in un articolo precedente (leggi qui) che costituiva una presa d'atto ad una precisa disposizione di legge. E che, soprattutto, nelle intenzioni, vuole mettere al riparo il Comune da eventuali, successivi contenziosi avanzati da consiglieri che rivendicano presunte spettanze, così come, purtroppo, avvenuto finora in più di una circostanza. “Non voglio essere causa di danno erariale” si è affrettato a dire Intravaia, nel corso della discussione consiliare che ha vissuto anche momenti di polemica.

Semmai, la domanda che si sono posti in tanti è stata un'altra: se proprio era necessario adeguare gli emolumenti ad una disposizione di legge, perchè ciò non è avvenuto in automatico e si è preferito, invece, passare dal Consiglio comunale? Al di là del rispetto della normativa, non è escluso che si sia voluto mettere il Consiglio di fronte alle proprie responsabilità, sia dal punto di vista amministrativo, che morale.
“L'incongruenza”, però, mettiamola tra virgolette, potrebbe stare nel fatto una decisione consiliare, che comunque è sempre collegiale, investe diritti soggettivi, che sono sempre singoli. Tanto è vero, che ciascun consigliere ha avuto (ed avrà) la possibilità di rinunciare all'adeguamento, attraverso una precisa manifestazione di volontà. Strada che hanno seguito già ieri i consiglieri Fabio Costantini, Giuseppe La Corte e Silvio Terzo, che hanno votano “no”. Costantini, tra l'altro, aveva suggerito il ritiro dell'atto, proposta che è caduta nel vuoto, La Corte ha parlato di “proposta assurda”, Terzo, infine, ha rivolto un appello, invitando i colleghi a dare vita a sedute di commissioni “solo per atti concreti”.
Adesso la speranza, così come ha affermato il consigliere Pippo Lo Coco, peraltro assente al momento del voto, è che “ognuno si determini secondo coscienza”. In un momento di grave crisi finanziaria dell'ente, che versa in stato di dissesto, sarebbe certamente un bel segnale.