“Troppo semplice fare populismo sulla pelle dei cittadini su cui graverebbero gli eventuali risarcimenti”. La posizione di Mannino e Vittorino
MONREALE, 12 luglio – L’adeguamento dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali riguardanti le sedute consiliari e quelle delle commissioni, era facile pronosticarlo, ha aperto un dibattito, non privo di polemiche accese. Il messaggio che è passato, più che quello dell’osservanza di una disposizione di legge, è quello dell’aumento dei costi della politica, che in un momento non florido come questo, non è certo il massimo.
Chi prova a riportare il dibattito in un alveo diverso è il presidente del Consiglio comunale, Marco intravaia. “Adeguare il gettone di presenza dei consiglieri è un obbligo di legge - fa sapere in una nota che, dice, vuole fugare facili populismi – cui in nessun modo la presidenza del Consiglio poteva sottrarsi, pena danni erariali al Comune e rischi di omissioni di atti dovuti”.
“La segreteria generale – proegue Intravaia – ha inviato un atto deliberativo cui era necessario dare seguito perché non discrezionale. Davanti alla giusta obiezione del perché quando furono decurtati i gettoni, anni fa, fu saltato il passaggio in Consiglio comunale, il segretario generale Domenica Ficano ha evidenziato che l’errore fu compiuto allora; una mancanza politico-amministrativa che non ne giustifica la reiterazione di un’altra oggi. Affinchè tutti i passaggi fossero corretti e condivisi, l’atto deliberativo, prima di approdare in Consiglio comunale, è stato discusso in conferenza dei capigruppo che all’unanimità ha stabilito di inserirlo all’Ordine del giorno del Consiglio. Insomma, la Presidenza questa volta non ha voluto commettere errori. Per non esporre il comune a danni erariali, come già accaduto nel passato con amministratori che hanno chiesto il risarcimento, era mio dovere provvedere subito all’adeguamento. Non vorrei che chi oggi si erge a difesa del bene della collettività e della buona politica sia proprio chi ha già messo in cassetto l’iter per eventualmente poi citare il comune. È troppo semplice fare populismo con le tasche dei cittadini sulle cui spalle gravano gli eventuali risarcimenti. Ritengo mio dovere prioritario la tutela del Consiglio e, tramite esso che ne è la massima espressione rappresentativa, della città e dei suoi interessi”.
Una linea condivisa sostanzialmente da Giulio Mannino, consigliere di maggioranza di “La Nostra Terra”, che afferma di aver votato, perché si trattava di una presa d’atto, così come ha affermato il segretario comunale. “Non l’avrei votata se fosse stata una scelta discrezionale. Ciascuno di noi, però, adesso avrà la possibilità di ridurre del 10, del 20 o del 30% il gettone”.
Chi esprime dissenso è invece Mimmo Vittorino (Popolari per Monreale) “Va tenuto presente – afferma in una nota – il fatto che ogni consigliere nel rispetto della legge e dei cittadini che rappresenta può esprimere il dissenso ad una delibera anche uscendo dall'aula ed è questo che abbiamo fatto io e il consigliere Giuseppe Di Verde. Abbiamo ritenuto inopportuno che in un momento così delicato per la nostra città, anche se la legge lo consentiva, adottare un provvedimento del genere così come ha fatto la giunta alla sua prima seduta”.
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