Una celebrazione per i quarant’anni della riapertura al culto della chiesa della Madonna delle Croci

È stata officiata oggi dall’arcivescovo Michele Pennisi alla presenza delle autorità

MONREALE, 13 febbraio – Molto partecipata la messa alla Madonna delle Croci in cui si è celebrato il quarantesimo anniversario della riapertura al culto della chiesa. Presieduta dall'arcivescovo di Monreale, monsignore Michele Pennisi, erano presenti anche il sindaco Alberto Arcidiacono, il presidente del Consiglio comunale Marco Intravaia e l'assessore comunale Geppino Pupella.

Una partecipazione molto apprezzata dal rettore don Giovanni Vitale, che ha ricordato l'importanza della collaborazione con le autorità civiche, le quali hanno donato, al momento della costruzione, le particelle su cui insisteva l'erigenda chiesa e, 40 anni fa, l'illuminazione che rende il santuario un "faro" quando ci si approssima a Monreale.
"Questa chiesa - ha detto monsignore Pennisi nell'omelia- è il segno delle alterne vicende della fede a Monreale, ma anche del trionfo del bene. Il 13 febbraio del 1982 un'intera città partecipò in festa alla sua riapertura e, l'indomani, alla processione con cui fu portato il quadro del Volto Santo. Un pellegrinaggio che è ripetuto da tante persone verso questo luogo. La differenza fra pellegrino e vagabondo è che fra le mille difficoltà del percorso, il primo non perde mai di vista la meta".

Al termine della celebrazione, il rettore, accompagnato dal sindaco, ha benedetto la città, rinnovando il gesto compiuto 40 anni fa.
"Ringrazio - ha detto Arcidiacono - il grande impegno di don Giovanni per questo santuario, che è un impegno per tutta la città. Il santuario è nato per Monreale e il loro legame è inscindibile".
Il presidente Intravaia, rinnovando il ringraziamento a don Giovanni, ha aggiunto: "Accogliamo l'invito a continuare il legame, non solo spirituale, ma anche concreto fra le istituzioni civiche e il santuario, una risorsa per la città e i monrealesi che deve essere non solo tutelata, ma anche valorizzata, a testimonianza della ricchezza che Monreale sa esprimere".

Diego Torre, che era vicino a monsignore Ferina nei difficili anni del recupero del Santuario, ha descritto le deleterie condizioni in cui versava, fra bestemmie, buchi al muro e al soffitto e scomparsa delle suppellettili. Il recupero avvenne senza che vi fosse nemmeno una scalinata, fra mulattiere e salita impervia. Una testimonianza che sottolinea l'eccezionalita' del suo recupero, voluto con determinazione da monsignore Ferina.