Vietato abbassare la guardia

MONREALE, 6 aprile – Apprendere che, ad oggi (sottolineiamo: ad oggi), a Monreale il caso di contagio da coronavirus è uno soltanto è una notizia che deve certamente rallegrarci. Soprattutto se confrontiamo il dato con quelli che provengono da Bagheria o da Alcamo, comuni analoghi al nostro, in relazione al numero degli abitanti, dove, invece, i casi accertati sono già in doppia cifra.

Forse la Dea Bendata (i devoti diranno il nostro Crocifisso) ha voluto fin qui risparmiare la nostra cittadina da pericolose situazioni epidemiche, che a quest’ora avrebbero gettato nello sconforto centinaia di famiglie. Basta accendere la tv ogni giorno alle 18 ed ascoltare i dati che quotidianamente e tristemente snocciola il capo del dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, per capire quale sia la situazione generale in tutta la Penisola.
Sarebbe l’errore più grosso, però, proprio alla luce di questo momentaneo “scampato pericolo”, quello di abbandonarsi a facili, quanto sciagurati, entusiasmi. Della serie: “Non c’è pericolo, possiamo uscire, possiamo tornare alle abitudini di prima”. Che a nessuno salti in mente di ipotizzare una cosa di queste! Dobbiamo solo rispettare le disposizioni che ci vengono impartite dalle autorità, nazionali, regionali o comunali che siano, che tutte – fortunatamente – con altissimo senso di responsabilità, stanno affrontando un problema di portata mondiale, cercando di mettere al primo posto in qualsiasi scelta adottata, la salute della gente.

“Teniamo alto il livello di attenzione e non abbassiamo la guardia”, si sforza di ribadire, opportunamente, in tutte le sedi il sindaco Alberto Arcidiacono, anch’egli quotidianamente in prima linea per contrastare questo nemico invisibile, ma inesorabile.
Evitiamo, dunque, comportamenti da furbetti, riversandoci in strada per i motivi più futili. Magari confidando nella possibilità, a volte concreta, di eludere i controlli, sperando di farla franca e di poter fare e disfare a nostro piacimento. Chi infrange le regole, non è più furbo degli altri. È solo uno sconsiderato che non ha a cuore la salute propria e, ancor meno, quella degli altri. Resistiamo, dunque, stando a casa e facilitando il compito delle autorità. Meglio qualche giorno in più di clausura oggi, con la seria speranza di tornare a sorridere in un futuro che speriamo prossimo, che piangere qualche morto incolpevole, per indisciplina ed inciviltà.