Mario Francese, un giornalista impavido alla ricerca della verità

42 anni fa veniva assassinato il cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, scomodo a Cosa Nostra

PALERMO, 26 gennaio – Un instancabile professionista al servizio della sua Terra, un coraggioso narratore e studioso dei fatti più cruenti commessi dai clan di Cosa Nostra. Mario Francese ha pagato con la vita le sue interminabili e precise inchieste di cronaca giudiziaria.

Nato a Siracusa il 6 febbraio del 1925, intraprende la sua carriera giornalistica presso l’ANSA come telescriventista e nel 1958 inizia a lavorare presso l’Ufficio Stampa dell’Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Siciliana. Doveroso ricordare come già da allora e nei venti anni successivi, la mafia, con il benestare di esponenti della Democrazia Cristiana come Vito Ciancimino e Salvo Lima, stesse cominciando a impadronirsi del nostro capoluogo con il famoso “Sacco di Palermo”, nonché delle campagne (come nel caso della diga Garcia).

Francese documentò questi eventi con dedizione e passione: nel 1968 inizia a lavorare a tempo pieno per il Giornale di Sicilia e, ormai giornalista professionista, vive e racconta gli anni più violenti della storia di Palermo e della Sicilia tutta: strage di Ciaculli, assassinio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, processo di Bari in cui venne imputata (e poi assolta) tutta la cosca corleonese. Francese fu l’unico, inoltre, a riuscire a intervistare Ninetta Bagarella, moglie di Salvatore Riina, capo della cupola di Cosa Nostra dal 1982 al 1993.

Sarà proprio Leoluca Bagarella, fratello maggiore di Ninetta, a uccidere Mario Francese con dei colpi di pistola, il 26 gennaio 1979. Per l’omicidio verranno condannati Riina, Provenzano, Bagarella e altri membri di Cosa Nostra. La sentenza addusse il movente allo “straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un’approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni ‘70”. Nel 2002 il figlio Giuseppe morirà suicida, dopo essersi dedicato per lungo tempo a ricostruire l’efferato delitto che aveva coinvolto il padre. Il Premio Mario Francese è tutt’ora uno dei premi più prestigiosi e viene conferito dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia per celebrare l’impegno dei giornalisti che conducono inchieste di ampio respiro, tra cui quelle di denuncia della criminalità organizzata. Mario Francese, ucciso 42 anni fa, è uno di quei siciliani che ci deve rendere orgogliosi delle nostre origini, un faro per chi decide di intraprendere una carriera come quella giornalistica, un commovente esempio di coraggio e passione per la verità. Nel segno di una celebre frase tratta dall’opera “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht: “Felice è quel Paese che non ha bisogno di eroi”.