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1° maggio, la devozione al SS.Crocifisso che si tramanda di padre in figlio

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Partecipata cerimonia dedicata all’ingresso delle nuove leve all’interno del sodalizio. LE FOTO

MONREALE, 1 maggio – Per la confraternita del SS.Crocifisso il 1° maggio è la giornata tradizionalmente dedicata all’ingresso dei nuovi confrati. Piccoli “fratelli”, che hanno imparato dal loro papà il culto del “Patruzzu Amurusu”, che domani, quando saranno grandi, porteranno in giro per la città.

Come dire: il SS.Crocifisso, con la sua “vara” oggi ce l’hanno solo nel cuore, domani l’avranno anche sulle spalle. La cerimonia si è svolta oggi, in una Collegiata, come di consueto, gremita di gente, nel giorno che sancisce solitamente la conclusione delle meditazioni proposte durante la novena. Domani pomeriggio, vigilia del giorno della processione, il pomeriggio vedrà la celebrazione dei solenni Vespri alla presenza delle autorità cittadine.
La funzione del 1° maggio in collegiata, però, è dedicata pure ai passaggi di livello, a quei confrati, quindi, che per ragioni di età hanno concluso il loro status di giovani e che adesso potranno portare il loro carico di fede, partecipando alla processione, l’evento più atteso dai monrealesi.
La cerimonia si è tenuta come sempre sotto la guida di don Giuseppe Salamone, rettore del Santuario e guida spirituale della confraternita. Emozionatissimi i ragazzini, ma ancor di più emozionati i loro genitori, soprattutto i papà che vedono nel proprio figlio vestito di bianco la prosecuzione ideale della loro fede e della loro devozione al SS.Crocifisso. Grande emozione, infine, ha destato il coro dei bambini della scuola "Mattarella" che hanno intonato il coro "Cu li mani giunti", dedicato al SS.Crocifisso, ideato da Antonella Vinciguerra, che ha pure diretto il coro. Il modo migliore e più sponatneo per rendere il gusto tributo al Patruzzu Amurusu.

Le foto della gallery sono state scattate da Giovanni Alan Fontana

 

Studio Valerio

Studio Valerio

· Enzo Ganci · Editoriali

Non occorre essere dei navigati sociologi o degli esperti psicologi per capire quale sia il sentimento comune che alberga, ormai da domenica scorsa, nel cuore di ogni monrealese.

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