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Crolla una palazzina alla Carrubbella, una famiglia si salva per miracolo

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Ad Arco Marano poteva finire in tragedia

MONREALE, 3 gennaio - Un tonfo sordo, un edificio che viene giù ed una famiglia che per poco non resta sotto le macerie. Qualcuno può anche credere nel miracolo, perché se così non fosse l’unico “merito” sarebbe del destino, per una volta benevolo nei confronti di una donna incinta e di due bambini piccoli, che quasi quasi venivano travolti dal crollo di una palazzina sbriciolatasi stasera, intorno alle 20 ad Arco Marano, un angusto vicoletto di via Umberto I, nel popolare quartiere della Carrubbella.

Tutto poteva immaginare la donna, tranne che di lì a poco l’edificio, vecchio e diroccato che sorge, sarebbe meglio dire sorgeva, di fronte la sua abitazione, sarebbe caduto a pochi metri da lei. Un edificio vecchio, quasi diroccato e disabitato (“ci abitano solo le colombe” si affretta a dire uno dei vicini), che, era lì lì per cadere e, probabilmente per le fortissime raffiche di vento di stasera è venuto giù dal terzo piano.
La donna, che aveva i suoi due bambini accanto a sè (ne aspetta uno che dovrebbe nascere tra qualche mese), ha avuto appena il tempo di scansarsi e ripararsi sotto l’arco. Sarebbe bastato che non avesse avuto questa prontezza o che il crollo si fosse verificato qualche istante prima ed a quest’ora parleremmo di una tragedia.
Fortunatamente né lei, né i bambini hanno riportato conseguenze, anche se, considerato lo stato di gravidanza della donna, si è preferito accompagnarla al Pronto Soccorso dell’ospedale Ingrassia per accertamenti. Per escludere, in pratica, che lo spavento non avesse determinato conseguenze brutte.
Sul posto è arrivata una pattuglia della Polizia Municipale, che fino a tarda ora ha fatto fronte alla situazione, anche se, per le operazioni di messa in sicurezza è stato necessario l’intervento di due squadre di Vigili del Fuoco.
La famiglia della donna, che vive in quella casa assieme al marito, i figli ed il suocero, è stata evacuata. E tutto il nucleo familiare è stato ospitato temporaneamente presso il vicino “Boccone del Povero”, dove ha  potuto trascorrere la notte, in attesa di sapere se potrà fare ritorno nella propria abitazione, che – va detto – non ha riportato conseguenze.
Incessante ed encomiabile il lavoro dei vigili del fuoco, che, dopo aver completato le operazioni di sgombero della famiglia, si sono prodigati nel recuperare alcuni effetti personali di tutti i componenti per garantire loro qualche piccolo comfort in una notte certamente travagliata.
Quindi sono cominciate le operazioni di messa in sicurezza che si sono rivelate quanto mai difficili a causa delle anguste dimensioni del vicoletto nel quale non era possibile entrare con i mezzi necessari ad effettuare le verifiche di staticità.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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