Cari giovani, non lasciatevi comprare

Appello dell'arcivescovo per la ricostruzione di un tessuto sociale cittadino. LE FOTO

MONREALE, 3 maggio – “Giovani amati dal Signore, quanto valete voi se siete stati redenti dal sangue prezioso di Cristo! Cari giovani, voi «non avete prezzo! Non siete pezzi da vendere all’asta!”. Parole usate, citando Papa Francesco, da monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, nel corso del solenne pontificale celebrato oggi in Collegiata.

Nel corso della sua omelia, il presule si è rivolto ai giovani, così soggetti alle distrazioni dei giorni nostri, così facilmente “avvicinabili” da tutto ciò che è fuorviante. “Per favore, non lasciatevi comprare – ha aggiunto Pennisi – non lasciatevi sedurre, non lasciatevi schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono strane idee in testa e alla fine diventiamo schiavi, dipendenti, falliti nella vita. Voi non avete prezzo: dovete sempre ripetervelo: non sono all’asta, non ho prezzo. Sono libero, sono libero! Innamoratevi di questa libertà, che è quella che offre Gesù».

“Volgiamo oggi il nostro sguardo a Gesù Cristo Crocifisso – ha aggiunto Pennisi, rivolgendosi alla città –  e chiediamogli di aiutarci a ricostruire  il tessuto umano e civile della nostra città ferita da mille problemi: la mancanza di lavoro, la mafia, l’illegalità, la micro criminalità, lo spaccio e il consumo di droghe, la prostituzione, la ludopatia, la ricerca dell’interesse personale a scapito del bene comune e la fragilità delle relazioni umane.  Chiediamogli che ci aiuti a promuover un cambiamento personale e comunitario attraverso atteggiamenti caratterizzati dalla mitezza, dall’accoglienza, dalla fraternità, dalla speranza.
Monreale devota del Crocifisso sia una città in cui l’accoglienza si faccia prossimità e vicinanza, carità e solidarietà. Senza spirito di accoglienza la nostra Monreale si condanna alla sterilità.
Ritroviamo la fraternità nelle nostre relazioni partendo dalle nostre famiglie, dai luoghi in cui abitiamo, dalle strade che percorriamo, superando rancori, invidie, gelosie, insulti, calunnie. Liberiamoci da ogni inimicizia! Costruiamo relazioni positive che fanno  dell’amicizia libera e leale, della concordia e della fraternità il gusto e la bellezza del vivere insieme.
Ci attende uno slancio di responsabilità collettiva, capace di inclusione, reciprocità pur nelle diversità di vedute, a servizio del bene comune.
Oggi chiediamo a Cristo  Crocifisso – ha concluso l'arcivescovo – ldi attirare nel cerchio divino della sua Resurrezione, la fraternità di una comunità accogliente e gratuitamente ospitale , che seguendo il Crocifisso, risorga a vita nuova”.