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''Una tragedia ci ha colpiti al cuore''

| Cronaca varia

Isacchi: ''Le vite di Andrea, Salvatore e Massimo sono state stroncate da una violenza sproporzionata e irragionevole''

MONREALE, 3 maggio- Nel giorno della solennità del Santissimo Crocifisso è stato celebrato dall’arcivescovo di Monreale, monsignor Gualtiero Isacchi, in Collegiata il tradizionale pontificale con la partecipazione delle autorità locali.

Oggi non sarà il giorno della tradizionale processione, ma di un itinerario penitenziale, che condurrà per le strade di Monreale il Santissimo Crocifisso per affidarci alla sua misericordia e guarire dal contagio della violenza. Durante la sua omelia monsignor Isacchi ha affermato: “Come 400 anni fa, era, infatti, l'11 aprile del 1625, anno giubilare ordinario indetto da papa Urbano VIII, quando la peste era già entrata da tempo dentro le mura della Città Stato di Monreale e i Deputati della Sanità avvisarono l'Arcivescovo, monsignor Girolamo Venero, così accade oggi la medesima circostanza. Da tempo - ha continuato nella sua omelia l’arcivescovo - la violenza è entrata nella nostra città, ma i fatti in cui si è manifestata hanno portato oggi alla morte ingiusta di innocenti. Abbiamo pensato spesso che tutte le forme di violenza non ci avrebbero mai toccato, oggi come allora è la morte di questi tre giovani, Andrea, Salvatore e Massimo che ci ha colpiti al cuore”.

“In questo pomeriggio - ha continuato monsignor Isacchi - anche noi, come fecero i monrealesi 400 anni fa, riporremo nel Cristo crocifisso e risorto la nostra speranza, chiedendo che ci liberi dal male, non sarà una festa né una processione, ma l’affidamento silenzioso alla misericordia del Crocifisso di tutti i monrealesi e di tutta l’umanità perché possiamo guarire dal contagio della violenza”.

“Carissimi fratelli e sorelle, - ha concluso monsignor Isacchi - ciascuno di noi oggi con forza e’ chiamato a interrogarsi personalmente, ci è chiesto di agire responsabilmente a partire dalla nostra quotidianità, consapevoli che con il nostro modo di agire possiamo divenire veicoli o di vita o di morte”.

· Enzo Ganci · Editoriali

Non occorre essere dei navigati sociologi o degli esperti psicologi per capire quale sia il sentimento comune che alberga, ormai da domenica scorsa, nel cuore di ogni monrealese.

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