Pd, non siamo il partito al servizio di uno che impone le regole e censura i dibattiti

Riceviamo e pubblichiamo...

Egregio direttore,
la notizia di alcuni giorni fa delle dimissioni dell’assessore Russo è stata pubblicata nel suo giornale con dovizia di commenti ed interrogativi ai quali da militante del Pd intendo rispondere, certo che ne darà altrettanto spazio pubblico.

Concordo che questa amministrazione ha raccolto i frutti di una semina fatta da altri e mi auguro che essa abbia saputo fare altrettanto per il bene della collettività. Una raccolta però talvolta arruffona se si pensa al disagio quadriennale degli abitanti del Carmine spinti oltre i limiti della umana sopportazione o agli improvvisati interventi di manutenzione delle strade e dei parcheggi o alle intempestive inaugurazioni che magari nei prossimi giorni diverranno più intense.

E’ vero ed è palese che la decisione dell’assessore Russo ha suscitato nel circolo PD sussulti tra quelli che ritengono tardiva la decisione per la “dignità” del circolo. Sussulti prontamente rimbalzati al cospetto dell’opinione pubblica.
Questo perché non siamo il partito al servizio di uno che impone le regole e censura i dibattiti, ma siamo o meglio siamo sulla via per essere “comunità” che discute, anche animatamente, alla luce del sole, ma che certamente saprà trovare la soluzione migliore nell’interesse di un partito al servizio della collettività. Più importante è invece capire il perché di simili forti contraccolpi.
Questa amministrazione, nata per espressa volontà del sindaco con una esclusiva identità civica, fin da subito è stata oggetto di sopraffazione da parte di una destra predona.

I primi contraccolpi sono stati avvertiti all’interno di quel movimento che si era illuso di avere lasciato i partiti alla Rocca spianando la strada ai predoni che sono scesi dalla montagna. Ad avvertirne le avvisaglie, con fine sensibilità politica, sono stati i tesserati di questo partito eletti nel movimento del Mosaico, Davì e Mirto.
Con una cadenza ossessiva, a distanza di qualche tempo, anche la lista civica Monreale Bene Comune, scontava gli stessi effetti, senza che chi avrebbe dovuto essere il garante dell’identità civica muovesse un dito. Perché? Perché il garante non ha posto un freno al pascolo abusivo?

Debolezza, opportunismo, connivenza? Saranno gli elettori a darsi una risposta. A noi preme il compito di trarne le valutazioni politiche.
È sotto gli occhi di tutti che viviamo in un momento difficile per le democrazie occidentali. I nazionalismi delle grandi e delle piccole potenze, le oligarchie, le dittature, i fanatismi religiosi, stanno sferrando un duro attacco alle democrazie e il giusto dosaggio tra la forza e la diplomazia diventa ogni giorno più difficile.
Ma ancora più rischioso è se agli attacchi esterni si aggiungessero le debolezze e gli sfilacciamenti interni delle coscienze democratiche. In questo contesto, una destra illuminata e l’intera sinistra, quella ancorata ai valori della Costituzione, hanno il dovere di rafforzare il sentimento democratico.

Azioni quindi che alimentano il qualunquismo, che concimano il terreno degli opportunismi e delle corruttele quali quelle avvenute nel trascorso quinquennio sono il nemico interno che mette a repentaglio le democrazie ed il futuro delle giovani generazioni.
C’è quindi un filo doppio che lega le periferie all’intera Europa e che segna la prossima tornata elettorale soprattutto in Italia dove il quadro politico della destra al potere appare poco rassicurante.
Ed è qui che si rappresenta prevalentemente la marcata alternatività di un partito, il PD, che rivendica la piena applicazione e non lo scardinamento della Costituzione, il rafforzamento dei poteri dell’Europa, l’avversione verso le nostalgie del passato, la crescita della cultura democratica, perché oggi come non mai abbiamo bisogno di respirare l’aria di una sana, autentica, vera democrazia.

In questo senso ritengo che i pronti risentimenti degli iscritti eletti nel movimento prima e quello che può apparire una tardiva resipiscenza dell’eletto nella lista civica poi sono al contrario la testimonianza di uno spirito di appartenenza al partito gli uni e di fedeltà verso il patto assunto con gli elettori l’altro così come il Pd li rappresenta.  Un patto dai nostri militanti rispettato da altri impunemente profanato.

Questi sentimenti, sono certo, sapranno trovare nel Circolo di Monreale il giusto equilibrio anche all’insegna degli insegnamenti unitari che provengono dalla recente tornata elettorale in Sardegna.
Sono certo che i militanti del Circolo PD di Monreale non saranno da meno e sapranno trovare in questi gesti la complementarietà ed il nesso in una dimensione di “dignità” perché noi siamo il Partito Democratico.

* militante del Partito Democratico