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Luis Roldán né vivo né morto

Luis Roldán né vivo né morto

Di Manuel Vázquez Montalbán,

“ Luis Roldán né vivo né morto ” è un romanzo dello scrittore spagnolo pubblicato la prima volta a puntate nel 1994 sul quotidiano El País. Si ispira alle reali vicende giudiziarie di Luis Roldán Ibáñez, ex direttore generale della Guardia Civil dal 1986 al 1993, all'epoca ricercato per una lunga serie di reati e successivamente arrestato e condannato a 28 anni di carcere nel 1998.

Quindi argomento molto succoso in tempi di politica e malaffare. Ma non crediate che il romanzo sia un noioso e moralistico excursus sulla decadenza della modernità, poiché diversamente dagli altri gialli di Montalban lo snodarsi della vicenda e l’esposizione dei fatti sono la quintessenza della satira, dell’improbabilità dei luoghi, e della quasi metafisicità dei tanti personaggi.

La regola dell’equilibrio

La regola dellequilibrio

Di Gianrico Carofiglio

Guido Guerrieri l'avvocato Barese protagonista di questa vicenda è un uomo di mezza età, molto indipendente come modo di pensare e non vincolato nè spento sui codici come un “azzeccagarbugli “accomodante.Il suo lavoro lo appassiona: la legge viene intesa non solo come materia di applicazione del diritto, ma come momento di studio e riflessione. Per aiutarsi in queste "sessioni" di pensiero preferisce indossare un paio di guantoni da boxe e sfidare Mr Sacco in una conversazione di sola andata fatta di pugni, montanti e schivate.

Nella “La regola dell'equilibrio”, l’autore ci fornisce subito una chiave di lettura tecnico – giuridica, e attraverso questa riesce a comunicare le varie sfaccettature di una vicenda molto delicata, dove il confine tra la sicurezza della presunta innocenza dell’avvocato difensore (dovuta alla propria rettitudine professionale e morale) nei confronti del cliente, viene messa in dubbio e con essa anche qualche aspetto del sentire umano, anche quelli più delicati come la vita, la morte, la moralità, l'amore.

Gli Amanti di Bisanzio

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Di Mika Waltari

Romanzo storico tra i più complessi e affascinanti di Mika Waltari, narra degli ultimi giorni di Bisanzio – Costantinopoli, capitale dell’impero d’oriente, nella primavera del 1453, quando l’imperatore Costantino XI affronta in armi il proprio destino, di fronte alle truppe sterminate di Mehemet II il Conquistatore.

Il protagonista Johannes Angelos, uomo dalle molte esperienze, ha vissuto nel fasto della corte papale ad Avignone, ha votato se stesso allo studio, ma a Bisanzio lega il suo destino a quello della bella Anna Notaras, figlia del Megaduca, ossia il capo incontrastato della flotta imperiale, secondo in autorità solo all’imperatore stesso.

Amore e guerra: il fuoco accende i cuori di Johannes e Anna mentre divampa attorno alle mura della città circondata dallo sconfinato esercito ottomano. Il primo incontro tra i due avviene a Santa Sofia durante i disordini precedenti l’assedio.

Ciò che inferno non è

Ciò che inferno non e

Di Alessandro D’Avenia

Credo che Palermo non abbia mai tributato il giusto riconoscimento di merito e la giusta gratitudine a padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Brancaccio il 15 settembre del 1993, giorno del suo 56° compleanno.

La manifestazione del 23 maggio, dedicata doverosamente ogni anno a Falcone e Borsellino, vede (per fortuna!) la partecipazione massiccia della città e di tanti studenti da tutta Italia e, da qualche anno, anche dal resto del mondo: sono diventati un simbolo e il simbolo aggrega.

Ancora oggi la loro foto che li ritrae confidenti e sorridenti è uno sprone per tutti noi per compiere il nostro dovere quotidiano “costi quello che costi”. La morte di padre Puglisi è vissuta dalla città in tono minore e ciò fa comprendere tante cose, a partire dalla scarsa considerazione in cui la nostra società tiene i bambini e i ragazzi per i quali padre Puglisi è morto.

Zia Antonia sapeva di menta

zia antonia sapeva di menta

Di Andrea Vitali

La storia di un’anziana ricoverata in una casa di riposo non sembrerebbe davvero offrire spunti di narrazione particolari, neppure se ci sono due nipoti, uno, Ernesto, dedito e premuroso e l’altro, Antonio, indifferente e succube del carattere deciso della moglie, ad attendere e toccare quasi con mano una favolosa eredità.

Ma l’umorismo e la sapienza narrativa dell’Autore fanno il miracolo. Ci si trasferisce da subito, con la mente, a Bellano, teatro della vicenda in cui troviamo tutti gli ingredienti per renderla saporita e appetibile: il prevosto cagionevole, la perpetua fedele, la superiora-maresciallo, il medico della casa di riposo, sensibile e accorto, il disponibile e gentile direttore della Banca del credito Orobico, i due fratelli rivali e la moglie frustrata di uno di essi, zia Antonia che si fida una sola volta nella vita della persona sbagliata, tanto aglio e due scatole di mentine.

Donne

donne

Di Andrea Camilleri

In questo libro Andrea Camilleri ha tratto ispirazione dalla sua vita privata per illustrarci un caleidoscopio di personaggi femminili.

Il filo conduttore del libro è infatti “la femminilità”, è un omaggio alle donne che hanno fatto parte della sua vita, ma anche alle donne famose della letteratura, a quelle della mitologia classica e ancora perfino alle eroine del passato.

Un totale di trentanove racconti che compongono questa antologia al femminile dalla struttura autobiografica. Sono storie d’amore, sono incontri di un istante, sono comunque figure indimenticabili.

Il telefono senza fili

telefono senza fili

Di Marco Malvaldi

Il pettegolezzo come strumento di propagazione di un’onda d’urto. La commissaria Alice Martelli sa bene che nell’ambientino del BarLume esso è molto più potente di Facebook e, se si vuole che una teoria, o un’idea, o un’ipotesi arrivi nel più breve tempo possibile a tutta la comunità, occorre scatenare il pettegolezzo più provinciale, supponente e diabolico di cui siano capaci i pensionati nullafacenti, cultori della chiacchiera nel bar di Massimo.

Vanessa Benedetti, moglie di Gianfranco, gestore di un agriturismo in odore di crisi, sparisce all’improvviso, dopo aver ordinato presso il macellaio quintali di carne per la cena dei suoi clienti. Va detto che Vanessa e Gianfranco hanno da tempo divorziato, pur continuando a occuparsi insieme dell’agriturismo.

In fondo al tuo cuore

In fondo al tuo cuore

Di Maurizio De Giovanni

Libro che si apre sulla descrizione del caldo, quello vero. Noi ne sappiamo qualcosa e conosciamo l’esasperazione degli stati d’animo provocata dal caldo. Il disagio diventa depressione, senso di impotenza, mancanza di fiducia in se stessi; il fastidio diventa ostilità e, alla lunga, odio verso chi ce lo procura; l’ottundimento della razionalità ci porta a scelte sbagliate o ad atteggiamenti inconsapevoli che in momenti di maggiore lucidità rinnegheremmo e condanneremmo.

In questa prospettiva si apre il sipario su una Napoli impietosamente assolata. Cade dalla finestra un medico molto famoso, rinomato e rispettato, indagando sul quale si scopre che tradisce la moglie, che ha tradito più di un amico e che occupa abusivamente la sua cattedra all’università. La vicenda si sposta indietro nel tempo, a quando due ragazzini si stendevano sulle gomene del porto a guardare i piroscafi che partivano per l’America e sognavano di partire giurandosi eterno amore.

Storia della mia calvizie

Storia della mia calvizie

Di Marek van der Jagt

Ma che storia può essere mai quella di una calvizie? Una piccola storia, che parla della vita privata di un ragazzo debole, di intelligenza brillante, ricchissimo, di bell’aspetto, di famiglia agiata in una civilissima Vienna contemporanea.

Le connotazioni generali della storia sono tali da non indurre in noi alcuna curiosità: non c’è il tema del riscatto sociale, né crisi generazionali, né dibattito politico, eppure … non si riesce a smettere di leggere questo romanzo troppo divertente!

Marek vive in una casa sontuosa nel centro storico di Vienna col fratello disinibito e brillante e coi genitori troppo presi di sé: il padre sempre assente per lavoro e la madre egocentrica, incantevole e incapace di ascoltarlo che poi sarà sostituita da un’insopportabile matrigna.

La briscola in cinque

la briscola in 5

Di Marco Malvaldi

Benedetta provincia! E provvidenziale dialetto!

Alla fine della lettura di questo godibilissimo giallo, si rimane grati alla vita di provincia che, con la sua ricchezza e con la protervia con cui si abbarbica alle abitudini, funziona da contrasto all’omologazione del consumismo, specie di quello turistico che in Italia ha devastato il tessuto umano fatto di parchi da gioco per bambini, di panchine per gli anziani e di ombrelloni e pasta al forno in disco-pub e rastrelliere per i motori.

Da un cassonetto vicino al Bar Lume, situato a Pineta, cittadina immaginaria in provincia di Livorno, emerge la testa di una ragazza morta ammazzata.