L'anima popolare di Nino Sirchia

Nino Sirchia consegna il premio Giacalone a Gesualdo Bufalino (1989) - Foto Scaccio

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
onorare la memoria del carissimo Nino Sirchia è per me un dovere, è come fare un tuffo in un passato intenso, ricco di passione civile, di iniziative e di prospettive. Chiunque, infatti, voglia narrare in maniera compiuta la storia sociale e politica di Monreale nella seconda metà del secolo scorso non può non tenere conto del ruolo che Egli ha avuto.

Era molto conosciuto e stimato per la sua umanità, la sua onestà intellettuale e morale, la sua competenza amministrativa, il suo instancabile operare per il bene della collettività.
Personalmente ricordo il suo grande impegno e la sua generosità nei primi anni novanta quando, a seguito della profonda crisi che attraversava la Democrazia cristiana, sollecitato dai tanti suoi amici, accettò di candidarsi a sindaco di Monreale nel nuovo Partito Popolare. In un momento particolarmente difficile della nostra città egli sentiva forte il bisogno di riscatto, la voglia di fare, di impegnarsi per una città più vivibile.
Sempre predisposto alla ricerca dei punti d’incontro tra le diverse anime della politica monrealese, fu coerente e rispettoso delle regole democratiche ed ebbe come obiettivo principale della sua azione politica dare una speranza di futuro ai concittadini.

Il suo stile di vita era sobrio, misurato ,essenziale, senza alcuna ostentazione o desiderio di cercare ribalte, né platee. Era semplice, umile ed ha voluto vivere sempre del suo lavoro e dei suoi sacrifici. La politica era solo un mezzo per potere servire fattivamente la sua comunità, che, riconoscente, in ogni competizione elettorale non gli fece mai mancare il suo consenso quasi plebiscitario.
Egli conosceva anche gli aspetti più nascosti della città e della sua gente che considerava la sua vita. Ricordiamo tutti che non rifiutava mai un aiuto concreto o un semplice consiglio ai concittadini che ogni mattina l’aspettavano davanti la sua abitazione. Aveva, infatti, un’anima profondamente popolare e si poneva sempre in ascolto dei bisogni dei cittadini. La sua è stata una testimonianza vissuta nella normalità della vita quotidiana, eppure in grado di parlare ancora a quanti lo hanno conosciuto e gli sono stati vicini.

Oggi la sua città sente profondamente di dover tributare il proprio doveroso omaggio all’amico scomparso e la propria sentita e commossa partecipazione al dolore dei suoi carissimi familiari.
Anch’io gli sono grato per l’amicizia di cui mi ha fatto dono e per i preziosi consigli e suggerimenti che con generosità mi elargiva ogni volta che facevo ricorso alla sua esperienza amministrativa. Con la sua scomparsa tramonta davvero un pezzo importante della storia politica della nostra città.
La Sua memoria possa essere di stimolo per le generazioni presenti e future.