Pregando sulla tomba del capitano D'Aleo

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
durante il mio recente soggiorno nella Capitale mi sono recato presso il cimitero monumentale del Verano, ove riposano le spoglie mortali del Capitano dei carabinieri Mario D’Aleo.

Ciò anche in considerazione dell’imminente 38° anniversario della tragica scomparsa del valoroso Ufficiale e dei suoi due collaboratori, i carabinieri Giuseppe Bommarito e Pietro Morici. Rintracciare la tomba in un cimitero di così vaste dimensioni non è stato facile.
Non è un mausoleo. E’ una tomba di famiglia, circondata da siepi fiorite e profumate, dove erano state deposte di recente margherite bianche e gialle. Tutto l’ambiente circostante era pulito ed ordinato, a testimonianza dell’amorevole cura della mano umana. Ivi riposano pure le spoglie mortali del suo papà Salvatore, di origini siciliane e maresciallo dell’esercito, e della mamma Gabriella, casalinga romana. Entrambi non sono sopravvissuti a lungo allo straziante dolore per la perdita del figlio.

Nel silenzio assoluto di un caldo pomeriggio romano e con un animo carico di emozione ho pregato ed ho rievocato i momenti di smarrimento e di angoscia del popolo monrealese per la feroce uccisione di tre servitori dello Stato che si aggiungeva a quella del Capitano Emanuele Basile.
Ho ricordato questi martiri che con estremo coraggio e fino al sacrificio della vita hanno voluto compiere il loro dovere contrastando una pericolosa cosca mafiosa della nostra provincia.
Ho anche rinnovato l’impegno a non dimenticare una pagina drammatica nella storia della nostra città, a non confinare il ricordo nelle commemorazioni ufficiali, ma a formare le coscienze per contrastare la mafia e la cultura di morte ed affermare gli ideali di democrazia e legalità, a far conoscere alle nuove generazioni il valore ed i meriti di uomini strappati troppo precocemente agli affetti familiari, all’Arma dei Carabinieri, al nostro Paese.