Né lesioni, né violenza a un vigile urbano: monrealese assolto dall’accusa

Si conclude dopo più di sette anni una vicenda nata in via Biagio Giordano, a Monreale

MONREALE, 12 novembre – Non ci fu oltraggio a pubblico ufficiale, né minaccia, né – tantomeno – violenza. Lo ha stabilito il giudice Luisa Emanuele di Torralta, appartenente alla seconda sezione penale del tribunale di Palermo, che ha assolto il monrealese G.Q., prossimo ai 47 anni, perché “il fatto non sussiste”.

Si è conclusa positivamente, quindi, per lui una vicenda durata sette anni e mezzo, nel corso dei quali si è dovuto difendere dall’accusa di aver aggredito, prima verbalmente e poi anche fisicamente, un agente della Polizia Municipale di Monreale. Nei confronti di G.Q., difeso dall’avvocato Vincenzo Parrino del foro di Palermo, è decaduta, inoltre, per avvenuta prescrizione, l’accusa di non aver fornito le proprie generalità al vigile.

La vicenda nasce il 17 marzo del 2015, quando l’imputato, adesso assolto, si era recato in via Biagio Giordano a Monreale, per andare a prendere il suo figlioletto che all’epoca dei fatti, frequentava la scuola elementare alla “Francesca Morvillo”. Poco dopo le 14, come facevano e fanno tutti i genitori che vanno a rilevare i loro figli all’uscita da scuola, G.Q. aveva parcheggiato la propria auto nei pressi dell’istituto scolastico, occupando, però, come si evince dai documenti processuali, circa 30 centimetri di strada destinati all’area di stazionamento dello scuolabus. Per questo motivo, quindi, pur essendo ancora a bordo della propria autovettura, era stato multato dall’agente di polizia municipale che svolgeva il servizio davanti la scuola.

Da lì nacque una discussione, prima pacata, poi dai toni sempre più aspri, con i due che arrivarono a contatto, mentre volavano parole grosse, che fecero da contorno ad un diverbio che, probabilmente, se gestito diversamente da entrambi, si sarebbe potuto evitare.
A distanza di ore, poi, G.Q. venne a sapere che l’agente si era fatto refertare al Pronto Soccorso, lamentando di essere stato colpito da una ginocchiata ai testicoli per la cui guarigione sarebbe stata emessa una diagnosi di pochi giorni.

Il dibattimento processuale, però, durante il quale sono stati ascoltati pure dei testimoni di entrambe le parti, non ha convinto il giudice, che non ha ritenuto che possa essere stata usata reale volenza nei confronti del vigile urbano, scagionando di fatto il genitore.
La “contesa” adesso potrebbe spostarsi in sede civile, dal momento che non è escluso che G.Q. possa richiedere il risarcimento per i danni morali da lui subiti, considerato che la notizia del diverbio in quella circostanza fece il giro del web in poco tempo, diventando il fatto “del giorno” e tanti utenti della rete, anche appartenenti alla classe politica, si schierarono apertamente dalla parte del vigile, condannando il gesto del contendente. Fatto, quest’ultimo, che provocò a G.Q. non pochi problemi, anche ai suoi consueti rapporti sociali.