Questione Lidl, il Genio Civile nega il parere, l’iter rallenta

Il Comune non avrebbe riscontrato la richiesta dell’ufficio di Palermo: da lì la decisione di archiviare la pratica

MONREALE, 30 maggio – Si ingarbuglia (e non poco) la questione della realizzazione del centro commerciale Lidl lungo la circonvallazione di Monreale. Dal Genio Civile, infatti, arriva una doccia gelata che potrebbe rallentare l’intero iter della vicenda.

A causare la frenata brusca ci sarebbe la mancata risposta del Comune alla richiesta dello stesso Genio Civile di avere dei chiarimenti e delle integrazioni alla delibera del Consiglio comunale del maggio dell’anno scorso con cui l’assemblea approvava la variante al piano regolatore generale, necessaria per dare avvio alla pratica che avrebbe portato alla realizzazione del punto vendita del colosso tedesco.
Era stato proprio il comune a rivolgersi al Genio Civile, nel settembre scorso, per chiedere il necessario “parere di compatibilità geomorfologica sul progetto”. L’ufficio della Regione, allora, pochi giorni dopo, avrebbe chiesto i chiarimenti in questione che – come sembra – il comune non avrebbe mai fornito.

Un comportamento stigmatizzato dal Genio Civile, guidato dall’ingegnere Giuseppe Nogara, che dopo avere aspettato invano alcuni mesi, ha fatto sapere all’amministrazione comunale cha avrebbe archiviato la pratica senza il parere richiesto.
Il tutto, peraltro, con lo sfondo della controversia legale fra il Comune e 12 commercianti monrealesi, che si sono rivolti al Tar, impugnando la delibera consiliare dell’approvazione della variante, censurando il comportamento dell’amministrazione comunale, lamentando - come è possibile leggere nel provvedimento comunale di costituzione in giudizio – “l’eccesso di potere sotto i profili del travisamento e dell’erronea rappresentazione e valutazione del contesto fattuale e giuridico, irragionevolezza, erroneità dei presupposti, difetto di istruttoria, illogicità, irrazionalità, mancata e contraddittoria motivazione, violazione di legge; la mancanza della Valutazione Ambientale Strategica (VAS); l’insufficienza insomma delle motivazioni giuridiche alla base della variante”.
Il ricorso, inoltre fa leva, a giudizio dei ricorrenti, pure su una presunta mancanza della valutazione ambientale strategica, che invece, in casi come questo, sarebbe obbligatoria. Fra le altre obiezioni rappresentate, l’eccessiva vicinanza ai depuratori comunali ed ai loro scarichi.