Diamo un senso al nostro Natale

fumetto di Stefano Gorgone

Carissimo direttore,
in questi giorni, caratterizzati dal festoso clima natalizio, constatiamo con piacere che anche nella nostra città si moltiplicano le iniziative volte ad aiutare i più deboli ed indifesi, in particolare gli anziani ed i minori in situazioni di gravi fragilità, le famiglie con difficoltà economiche.

In questa azione benefica si distinguono in primo luogo la Caritas diocesana, le parrocchie, alcune associazioni, le scuole, il Comune, singoli cittadini. Sono manifestazioni che rivelano il lato positivo della nostra città, sono gesti semplici e quotidiani di solidarietà che dimostrano voglia di cittadinanza attiva , che favoriscono il sorgere di forti legami di amicizia ed allargano le relazioni sociali, che aiutano a ricostruire il tessuto umano e a rafforzare lo spirito comunitario.
La città non esiste senza la solidarietà.

Giorgio La Pira, sindaco santo di Firenze negli anni cinquanta del secolo scorso, ci ricorda che l’identità di una città è alimentata non solo dalle sue opere d’arte, dai suoi musei e dai suoi monumenti ma anche dalle persone che con la loro operosità e la loro umanità fanno in modo che la città diventi “ il luogo dell’anima”.
Anche un semplice sorriso, un gesto, una parola, un consiglio possono essere a fondamento di un rapporto di fraterna amicizia e possono dare un senso pieno al nostro Natale. Piuttosto che arroccarci sulle nostre posizioni guardando all’altro con ostilità o voltandoci dall’altra parte, cerchiamo di contagiare gli altri con la nostra generosità e la nostra umanità. Non limitiamoci alle frenetiche file tra i negozi e le luci sfarzose delle vie cittadine, ma apriamo le porte del nostro cuore a chi vive questo periodo di festa nella più cocente solitudine. Non per tutti, infatti, l’attesa del Natale sprigiona gioia.
Edgar Morin, uno degli intellettuali contemporanei più prestigiosi, sottolinea che l’umanità, malgrado le ripetute enunciazioni, non è riuscita a realizzare in maniera concreta e completa l’uguaglianza di ogni essere umano, anzi l’educazione alla comprensione per l’altro viene sistematicamente ignorata nella nostra società.
Per il grande sociologo “possiamo acquisire potere con il sapere, ma la vera ricchezza l’otteniamo con la sensibilità ai problemi altrui”.
Queste brevi e semplici riflessioni mi portano anche a considerare che nella nostra società dove l’umanità rischia di smarrirsi perché incapace di solidarietà e di compassione, abbiamo sempre più bisogno della capacità di costruire rapporti empatici che rivelino il desiderio di reciprocità, di condividere le ansie e le gioie degli altri.
Siamo, dunque, tutti chiamati a non essere ingenui o indifferenti, ma ad assumere concretamente le nostre responsabilità di cittadini impegnati nella costruzione di una società più equa.
Ricordiamo che il Presidente della Repubblica ha ripetutamente sostenuto che “ sentirsi comunità significa pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme.”
Ed in questi giorni, anche Monsignor Pennisi ha auspicato che la vita e l’insegnamento di Luigi Sturzo siano di esempio per tutti noi. E’ questo anche il mio auspicio.