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''Quel Lidl non s’ha da fare'': dodici commercianti impugnano la delibera di fronte al Tar

| Domenico Prestifilippo | Cronaca varia

Chiedono l‘annullamento della delibera di variante votata dal Consiglio comunale

MONREALE, 15 luglio – Quella delibera deve essere annullata. Contro di lei parlano diverse ragioni giuridiche, ma soprattutto pregiudica fortemente il nostro futuro. Queste, in sintesi, le ragioni che dodici commercianti monrealesi vorranno far valere di fronte al Tar Sicilia.

L’obiettivo è l’annullamento dell’atto votato dal Consiglio comunale nella seduta del 18 maggio scorso con la quale l’assise municipale ha detto sì alla ”Variante urbanistica puntuale su parte del territorio comunale corrispondente alle particelle 1644- 491-2008-2799-2801-2803-1127-1728 del foglio di mappa 21”. In pratica quella dell’ormai famosa realizzazione di un punto vendita del colosso tedesco Lidl.
Dodici i firmatari del ricorso, assistiti dagli avvocati Filippo Di Matteo e Rosaria Messina, ma, verosimilmente in rappresentanza di una ben più ampia fetta del tessuto commerciale cittadino. Esercenti che fanno un’equazione algebrica: "L’apertura del centro Lidl sulla Circonvallazione corrisponderà inevitabilmente alla nostra chiusura. Non possiamo reggere la concorrenza con chi rappresenta un colosso del commercio, contro il quale non potremo mai competere".
È chiaro, però, che un ricorso al Tar presuppone una serie di fondamenti giuridici senza i quali sarà difficile, se non impossibile, tirare dalla propria parte i giudici amministrativi.
Fra questi, il fatto che l’insediamento produttivo sorgerebbe in area non destinata a sviluppo commerciale, previsto ad Aquino dal Piano Regolatore Generale, così come che non si sia fatto ricorso allo Sportello Unico per la Attività Produttive per attivare la conferenza dei servizi.
Quanto alla motivazione del ricorso alla variante, i ricorrenti ne sottolineano l’insufficienza, affermando al tempo stesso come le opere di urbanizzazione previste non vadano a beneficio della collettività, ma solo del Lidl.
Il ricorso fa leva pure sulla mancanza della valutazione ambientale strategica, che invece, in casi come questo, sarebbe obbligatoria. Fra le altre obiezioni rappresentate, l’eccessiva vicinanza ai depuratori comunali ed ai loro scarichi.


Il Comune, però, probabilmente nel tentativo di blindare la propria delibera, aveva affermato invece, che “la proposta di variante non va in contrasto con gli obiettivi del Piano Regolatore Generale, pur essendo soggetta alla VAS per questa parte del territorio, ma ne persegue esattamente le finalità, volendo recuperare il tessuto urbano esistente ed attualmente e parzialmente in disuso, accentuando il carattere commerciale della zona”. Ed ancora: “consentirebbe la possibilità d’offerta diversificata per ciò che concerne la vendita merceologia alimentare, che andrà a potenziare notevolmente il normale livello di affari dell’asse commerciale della via Circonvallazione creando un servizio facilmente fruibile……Che la variante proposta consentirà di contrastare la crisi economica che ha rallentato lo sviluppo del territorio e delle attività dotando le aree circostanti ove insiste un edilizia dei servizi mancanti e recuperare le parti di territorio in stato di abbandono e di degrado”.
Insomma, sembra l’inizio di un vero e proprio contenzioso, sui cui esiti sembra attualmente impossibile pronunciarsi, il cui risultato, però, in un senso o nell’altro, inciderà in maniera sensibile sul contesto economico cittadino.

 

 

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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