Partito Democratico, domani si vota per il segretario: Silvio Russo corre da solo

Silvio Russo

Su Zoom si celebra un congresso cittadino dall’esito scontato. Un gruppo di iscritti, però, dissente

MONREALE, 17 giugno – E’ tempo di dibattito interno nel Pd monrealese che domani pomeriggio, sulla piattaforma Zoom celebrerà il suo congresso cittadino, finalizzato, oltre che a ricostruire il partito a Monreale, dopo la sparizione dalla schede elettorali alle ultime amministrative, anche ad eleggere le nuove cariche di circolo.

Per quest’ultimo aspetto sembra che la partita finisca ancor prima di cominciare, se è vero che esiste un unico candidato alla segreteria cittadina e questo candidato risponde al nome di Silvio Russo. A meno di cataclismi politici, che peraltro non sembrano presentarsi all’orizzonte, da domani sera i Dem dovrebbero avere un nuovo segretario e, probabilmente, una nuova segreteria.
Fra i nodi da sciogliere o, quantomeno, fra gli argomenti da trattare, ci sarà anche quello di capire come e in che forma dovrà essere garantito il sostegno all’amministrazione Arcidiacono, (che peraltro, non appare minimamente in pericolo), alla luce del fatto che forze politiche che a Monreale sono alleate, a livello regionale, invece, confliggono in maniera evidente. Il riferimento è, ovviamente, a “Diventerà Bellissima”, forza politica di riferimento del presidente della Regione, Nello Musumeci e allo stesso Pd, i cui maggiorenti un giorno si e l’altro pure non perdono occasione per randellarsi senza esitazione.
Si parlerà probabilmente di questo nel corso del meeting, la cui conclusione, però, come detto, appare più che scontata.


Senza voler entrare nel merito delle posizioni o delle strategie politiche, è di tutta evidenza che determinante sarà il numero di tessere, logica che spesso l’ha fatta da padrona negli appuntamenti di partito, dove chi ne ha di più ha più speranze di occupare la sedia della segreteria.
Frattanto, dopo l’appuntamento dello scorso mese di ottobre, nel quale aveva lanciato un appello finalizzato alla ricostruzione del partito, un gruppo di iscritti fa sentire la sua voce, con una lunga ed articolata nota, che pubblichiamo in calce a questo articolo.
Dal documento, nel quale non mancano gli spunti di polemica e che porta la firma, tra gli altri, di Lillo Aricò, Stefano Gorgone, Michele La Rosa, Giuseppe Leto, Giuseppe Magnolia, Angelo Marceca, Giovanni Schimmenti ed altri iscritti, emerge la voglia di ricostruire il partito, non prima di essersi domandati il perché del fallimento della precedente esperienza, individuandone i responsabili. Ne sapremo di più domani sera.

Ecco il testo:
Questo primo incontro di iscritti al PD 2019 lo si è voluto caratterizzare come un referendum municipalistico sulla giunta svilendo così il valore, il senso, il significato, la dimensione di un congresso chiamato a discutere di più alte problematiche.
Questa riduzione di prospettiva è fuorviante perchè distoglie l'attenzione dal punto centrale del tema congressuale; quello cioè della ricostruzione di un circolo di partito a Monreale. È anche dannosa perchè ogni eletto ha stipulato con gli elettori un patto ed i patti si rispettano e nessuno si può arrogare il diritto di chiedere agli altri di essere spergiuri.
Debole la motivazione della fedeltà al partito a sostegno di questa penosa diatriba. Il partito come afferma la Costituzione è uno strumento al servizio della collettività ed ogni atto, ogni determinazione si commisura solo al beneficio collettivo prodotto per cui il ritiro dalla giunta di chi oggi è iscritto al PD, non supportato da coerenti motivazioni, sarebbe un tradimento ed un danno per il paese e per lo stesso partito. .
Il punto centrale del congresso è invece la ricostruzione del circolo PD a Monreale. La rinascita cioè di quella casa comune chiamata, come dice l'art. 34 della Costituzione, a concorrere, con metodi democratici, a determinare la politica nazionale nelle sue diverse articolazioni, la casa comune che, a livello locale, proietta nella collettività i valori, i principi, gli orientamenti di quanti occupano un determinato spazio politico .
Parliamo di ricostruzione e non di costruzione e la differenza non è di poco conto atteso che il primo passo di una ricostruzione è quello di interrogarsi sul perchè della disastrosa caduta del precedente edificio, sui responsabili principali di quella disfatta, sugli errori commessi, sulle nuove vie da percorrere, sul volto da proiettare nella città.
Nulla di tutto questo emerge dalle manovre in corso. Tutto sembra scontato. Tutto appare normale.
Si prospetta all'opinione pubblica il disegno di una continuità che suscita financo commenti sarcastici. Si propone cioè la ratifica del consenso raccattato, un premio al mercato delle tessere, un merito alla moltiplicazione anomala degli iscritti alla quale, come rilevano i dati delle ultime tornate elettorali, ha corrisposto lo sgonfiamento degli elettori.
Triste la motivazione di chi si piega ai giochi già fatti per cui tanto vale accordarsi e trattare. La giustificazione offende l'intelligenza degli iscritti che si considera appiattiti su posizioni da altri predefinite e non si avverte che essa propone l’accettazione di metodi e di illeciti che ripugnano alla coscienza perché tengono in ostaggio il circolo e si sono rilevate deleterie per le sorti del partito. Con le manipolazioni non si tratta e non si fanno accordi al ribasso. Si stigmatizzano.
Quella che si consuma oggi non è quindi una ricostruzione o una rinascita ma una cresima. La validazione cioè di metodi che violano, questi si, non lo statuto, ma la Costituzione perchè in rotta di collisione con i metodi democratici.
A chi oggi si candida a segretario del circolo si proponeva un gesto di discontinuità fondato sul coraggio di affidare alle giovani generazioni il peso della guida di un circolo ricostruito e un gesto di umiltà unanime dei meno giovani che si ponevano al servizio della crescita di una nuova classe dirigente.
Un segnale forte di ripresa e di riscatto, offerto a noi stessi ed alla città intera dopo il tracollo. Sembrava di cogliere in tal senso dalla chat dei tesserati segnali positivi fino a quando a seguito di altri accordi sopraggiunti le posizioni non sono state ribaltate.
Con la benedizione di qualche celebrante compiacente si consumi quindi l'atto della cresima o confermazione, ma lasciamo ad altri il compito di esserne i padrini.
Riteniamo invece essenziale per la dignità del circolo mandare il segnale che esiste chi non si rassegna e non si appiattisce su metodi che minano la democrazia, imprigionano la politica, offendono la dignità delle persone usate all'occorrenza.
È questo l’appello rivolto a tutti gli iscritti che non si riconoscono in una operazione di vertice vecchia, stantia, perniciosa per il circolo da ricostruire.
Se si vuole fare rinascere un circolo politico nuovo siamo ancora in tempo per seppellire un poco nobile passato. Basta un gesto di coraggio. Basta una testimonianza di fedeltà agli interessi del Paese.