Carissimo direttore, ancora una volta piacevolmente mi trovo a condividere le tue puntuali ed opportune considerazioni. Nei giorni scorsi siamo stati attenti testimoni di alcune manifestazioni che hanno rivelato il volto positivo della nostra città. Protagonisti sono stati in tanti con la loro passione civile, la voglia di cittadinanza attiva, di coesione sociale.
Avevo scelto di tacere, di rimanere in religioso silenzio, si fa per dire, in attesa di conoscere come sarebbe andata a finire. Una attesa vana. E’ finita male, anzi malissimo!
Carissimo direttore, l’anno scolastico si è appena concluso per la gioia dei nostri figli e nipoti, ma la funzione genitoriale non va in vacanza. Ho già sottolineato il ruolo davvero determinante delle mamme nel favorire un adeguato sviluppo del linguaggio e dell’intelligenza dei bambini, soprattutto nei primissimi anni di vita.
Carissima e Soave Santità Papa Francesco, finalmente ho eluso la sorveglianza del suo fedele segretario Monsignor Parolin ed ho il piacere dell’anima di parlare con il mitico rivoluzionario Papa argentino, a proposito di “Cultura Laica” nella società del nostro terzo millennio.
Carissimo direttore, ho già evidenziato la necessità di riscoprire l’orgoglio e il senso di appartenenza ad una città dal passato glorioso, considerata per i suoi meriti culturali l’Atene della Sicilia (Millunzi).
La chiave di vera lettura del nostro terzo millennio è, metaforicamente, un osso in bocca ad un cane bastardo, come il clientelismo e l’ignoranza, che ci pongono in classifica europea al Top.
Carissimo direttore, tutti noi lamentiamo da tempo che nella nostra città ricca di storia, di arte, di cultura, paradossalmente non ci sia una libreria, tipo Feltrinelli o Mondadori, un luogo dove i bambini, i ragazzi, gli adulti possano immergersi nei loro sogni, coltivare le loro aspirazioni, rafforzare e consolidare le loro conoscenze.
Carissimo direttore, l’ampio rinnovamento del consiglio comunale nella nostra città non può che essere visto favorevolmente. Papa Francesco, infatti, ha esortato più volte i giovani a “non guardare dal balcone la vita”, a non restare immobili, subendo passivamente tutto quello che accade attorno a loro e nel mondo, ma ad agire con forza e determinazione per essere protagonisti.
Dopo la fine della II° guerra mondiale, alcuni uomini, che durante la guerra avevano combattuto contro i regimi dittatoriali, si sforzarono di superare gli odi e i nazionalismi e posero le basi per una pace duratura.
Carissimo direttore, con riferimento al tuo interessante articolo dal titolo “Buon lavoro, Alberto”, da me ampiamente condiviso, desidero dare il mio concreto, anche se modesto, contributo al dibattito politico, anche sollecitato dai continui appelli del nostro arcivescovo monsignor Pennisi per una “politica buona”nella nostra città.